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Serata testimonianza “Una Chiesa ospedale da campo”

Una Chiesa ospedale da Campo

Cosa sta succedendo oggi in Medio Oriente? Da dove viene l’Islam come oggi lo conosciamo? Cosa sta facendo la Chiesa nelle zone di conflitto? Per far luce su interrogativi come questi, lo scorso 8 aprile, si è tenuta presso l’auditori della parrocchia di Ravello, una conferenza del Dott. Davide Bernocchi, sul tema “Gli Interventi della Chiesa Cattolica nell’Emergenza Umanitaria in Sirai e Iraq”. Davide Bernocchi è un operatore dell’associazione americana Catholic Relief Service (CRS), che opera nell’ambito della Caritas Internationalis a sostegno delle situazioni di emergenza nel mondo.

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Davide Bernocchi presta attualmente il suo servizio in Libano, ove il CRS ha un ufficio, in collaborazione con la Caritas libanese ed ha acquisito una profonda conoscenza del mondo islamico, durante il suo servizio in diversi paesi a maggioranza musulmana. Alla luce di quest’esperienza, ha fornito un quadro generale storico-politico della situazione mediorientale, per poi focalizzarsi sull’intervento della Chiesa nelle zone di crisi.

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Il Medio Oriente è una varietà incredibilmente variegata di popoli, e culture, che comprende i paesi della penisola arabica, la Siria, il Libano, la Turchia, Iran, Iraq ed Afghanistan. Tanto per fare un esempio, turchi ed iraniani appartengono ad un’etnia differente dagli arabi, in quanto non sono semiti ed anche oggi, pur essendo musulmani, non parlano l’arabo, ma il turco ed il farsi, rispettivamente.

 

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L’attuale panorama mediorientale deriva storicamente dalla disgregazione dell’impero ottomano, avvenuta alla fine della Prima Guerra Mondiale e che ha aperto la strada alle conquiste coloniali di Francia, Inghilterra e, seppur in misura minore, anche Italia. Al termine del periodo coloniale, gli stati hanno acquisito sovranità nazionale, recuperando la tradizionale connotazione islamica che ha molto influenzato anche gli aspetti politici.

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Tradizionalmente, il popolo arabo si proclama discendente da Abramo. Quando il patriarca scaccia la schiava Agar con il figlio Ismaele, questa attraversa il deserto ed arriva alla Mecca. Qui la leggenda narra che Ismaele abbia fatto sgorgare una sorgente camminando sulla sabbia e che da questi abbia avuto origine il popolo del deserto.

Storicamente invece l’Islam nasce nel VII secolo, quando l’Impero Romano d’Oriente ancora controllava l’Anatolia più a nord. La penisola araba era divisa tra innumerevoli tribù e, proprio alla Mecca, Maometto avrebbe ricevuto messaggi da un’angelo, in un periodo tra il 610 ed il 632. Queste rivelazioni sarebbero poi state tramandate e trascritte, costituendo il libro sacro per l’Islam: il Corano.

 

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Il senso ultimo di questi messaggi è l’affermazione della discendenza diretta del popolo arabo da Abramo. Questo però ha abbandonato le sue tradizioni, abbracciando il politeismo. Perciò Allah ha stabilito un piano di salvezza che progredisce in tre tappe successive, rappresentate da altrettanti profeti: Mosè, Gesù e Maometto.

Il cristianesimo sarebbe quindi uno stato di passaggio, in cui un Gesù-uomo avrebbe ricevuto messaggi angelici, al pari di Maometto e che da quest’ultimo sarebbe stato perfezionato nella rivelazione definitiva.

Maometto, in questa nuova veste di profeta, non trovò una buona accoglienza tra i suoi cittadini: fu costretto a fuggire a Medina, dove radunerà un esercito con il quale conquisterà tutta la penisola araba, unificandola sotto il vessillo della nuova religione islamica.

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Subito dopo la morte di Maometto, l’islam unitario si scisse in due grandi correnti: Sunniti e Sciiti.

La principale differenza consisteva inizialmente nella diatriba se il califfo, successore del profeta Maometto, avesse dovuto essere scelto secondo la linea erediataria o per elezione. Successivamente le divergenze abbracciarono anche altri aspetti più teologici e dottrinali, creando una reciproca intolleranza.

Oggi il 90% dei musulmani è sunnita, ma ci sono alcuni stati in cui la presenza sciita è consistente od addirittura prevalente, come Iran, Iraq, Siria, Libano e Yemen. In questi, dove la coesistenza è da sempre critica, le recenti primavere arabe hanno scardinato i delicati equilibri, generando l’attuale situazione di conflitto generalizzato.

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L’estesa e prolungata situazione di guerra ha generato una grave situazione umanitaria, con decine di milioni di persone in grave situazione d’indigenza e sfollati. L’affermarsi Dell’ISIS ha reso ancora più estrema la situazione dei cristiani nei territori occupati dallo Stato Islamico, ma anche i musulmani stanno soffrendo per il clima di terrore e di violenza che domina in questi territori.

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In questo contesto la Chiesa cattolica ha mobilitato 2100 operatori e 5200 volontari, per assistere le popolazioni stremate dalla guerra. Nel 2015 l’intervento ha riguardato oltre quattro milioni di beneficiari, con una spesa di 150 milioni di dollari. La maggior parte di questi non sono cristiani.

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L’intervento riguarda prevalentemente i bisogni primari: cibo, alimentazione, salute; ma uno sforzo consistente è profuso per mitigare i danni subiti dai più piccoli. La radicale perdita culturale causata da anni di mancata istruzione ed i traumi provocati dal conflitto, richiedono un lavoro lungo e paziente e percorsi psicologici all’avanguardia.

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Parte del progetto di promozione socialeprevede che i beneficiari degli interventi siano resi parte attiva nell’organizzazione degli aiuti e nella costruzione di alloggi, secondo le loro possibilità.

Inoltre, ai volontari cristiani, si sono aggiunti numerosi musulmani, che hanno compreso il valore della rete d’aiuto e ne condividono i valori morali.

Il bisogno di queste persone è immenso: molti di loro hanno perso ogni cosa e sono stati costretti ad abbandonare improvvisamente le loro case sotto la concreta minaccia di morte. Le organizzazioni di volontariato sono oggi l’unico segno di speranza in una terra sconvolta dall’odio. La Caritas Internazionale ogni giorno compie la sua opera in mezzo a mille difficoltà, raccogliendo e rendendo concrete le parole del Santo Padre, pronunciate durante l’incontro con gli organismi caritativi del 17 settembre 2015:

“Per favore: non abbandonate le vittime di questa crisi, anche se l’attenzione del mondo venisse meno!”

Che la testimonianza di Davide Bernocchi aiuti anche noi ad ascoltare questa richiesta del Papa.

Alcuni momenti della serata

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