Questo lo slogan della Giornata parrocchiale che tutte le comunità della Diocesi animeranno domenica prossima. La presidente diocesana Silvia Landra: «Ci appassiona lo sguardo ampio sulla realtà, dove tutte le forme di impegno individuale e collettivo sono un valore da scoprire continuamente»
di Silvia LANDRA
al meglio la Giornata parrocchiale di Azione Cattolica. Nella piazza della chiesa è possibile organizzare uno spazio di incontro (gazebo o banchetto) in cui esporre il materiale dell’associazione (giornale Indialogo, volantini, proposte formative, libri e sussidi). In molte parrocchie, i laici di Ac si accordano con un bar del paese per organizzare un aperitivo durante il quale conoscere i soci di Azione Cattolica e la proposta dell’associazione. È importante rivolgere un invito in particolare a gruppi etnici presenti sul territorio per capire quale ruolo vivono i laici nei loro paesi e offrire loro il percorso dell’Ac come opportunità per conoscere la nostra realtà. In accordo con il Comune è possibile anche affiggere per le strade del paese o del quartiere i manifesti della Giornata parrocchiale. Organizzare una tavola rotonda è un ottimo modo per parlare dell’Azione Cattolica: invitare un responsabile diocesano consente di avere una capacità più approfondita di leggere le prossime missioni a cui è chiamata l’Azione Cattolica.
Come intende impegnarsi l’Ac perché questo sia un messaggio per tutti? Innanzitutto, lasciandosi abbracciare dal Vangelo, dando corpo e voce con tutto se stessi a un’esistenza che si fonda sulla Parola, che si dà una regola seria, che vuole imparare sempre, che guarda gli altri con rispetto e simpatia, che non ha paura del mondo. Si mettono in campo tanti strumenti per questo, locali e diocesani, cercando di realizzarli al meglio possibile e di renderli disponibili nel percorso normale delle nostre comunità cristiane, alle quali teniamo molto. Quindi ci impegniamo perché il messaggio gioioso della vita cristiana sia davvero un vestito per tutte le taglie, che calza a pennello su tipi di persone anche molto diverse, che non risulti abbigliamento per pochi o solo per qualche sfilata.
Del resto, se la Chiesa in uscita non è una dogana, come richiamato in una delle felici metafore usate dal Papa, ci concediamo volentieri la gioia e il compito di non fare a nessuno gli esami di idoneità. Ci appassiona lo sguardo ampio sulla realtà, dove tutto ci interessa, dove tutte le forme di impegno individuale e collettivo sono un valore da scoprire e riscoprire continuamente. Le vite dei laici sono un tesoro prezioso pieno di impegni familiari, di lavori condotti con dedizione, di tanta gratuità reciproca, di sforzi coraggiosi per colmare i vuoti. Nel tempo delle dispersioni molto marcate, ci candidiamo a confermare l’immagine e la concretezza di una Chiesa ben radicata nel suo centro, presente sul territorio e in comunione piena con i pastori, ma meravigliosamente “a portata di mano”. Ci accorgiamo di quanto l’appartenenza ecclesiale semplice e vissuta bene sia volàno per formare cittadini che non hanno paura di stare con la schiena dritta dentro la società civile. Viceversa cogliamo che proprio l’esercizio della corresponsabilità nel condominio, nel quartiere, nella vita politica locale sono strada privilegiata per vivere dentro la Chiesa da adulti maturi e non da eterni bambini che attendono indicazioni.
In vista del rinnovo assembleare delle cariche associative, la nostra associazione si appresta a fare molte riflessioni di verifica e rilancio. L’analisi della realtà che continuamente siamo chiamati a fare ci dice che la laicità cristiana è ancora un potenziale immenso della vita della Chiesa. Il terrorismo è un volto tragico dei nostri Paesi, che sbriciola la dignità umana e diffonde la guerra, è anche la profonda fragilità interiore dell’umano che rischia di non sperare più, nella società delle paure e dell’ansia da prestazione. Perciò va favorita con fierezza la dinamica del cambiamento. Le nostre proposte sono chiare, puntuali, praticabili, molto coinvolgenti. Puntiamo su piccoli gruppi capaci di progettare, di stare dentro la Chiesa, di guardare la realtà complessa senza lasciarsi bloccare, ma spendendosi con tutte le energie che ci sono state innanzitutto regalate.