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CREDO LA RISURREZIONE DELLA CARNE E LA VITA ETERNA

La Chiesa  «conferma la fede nella Risurrezione e si separa da atteggiamenti e riti che vedono nella morte l’annullamento definitivo della persona, una tappa nel processo di re-incarnazione o come fusione dell’anima con l’universo».

Pubblicata l’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede e approvata dal Papa sulla sepoltura dei defunti e sulla conservazione delle ceneri in caso di cremazione.

“La Chiesa anzitutto continua a raccomandare insistentemente che i corpi dei defunti vengano seppelliti nel cimitero o in un altro luogo sacro”.

L’inumazione è infatti «la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella Resurrezione corporale». Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne, e intende mettere in rilievo l’alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia. Non può permettere, quindi, atteggiamenti e riti che coinvolgono concezioni errate della morte, ritenuta sia come l’annullamento definitivo della persona, sia come il momento della sua fusione con la Madre natura o con l’universo, sia come una tappa nel processo della re–incarnazione, sia come la liberazione definitiva della “prigione” del corpo.

La cremazione «non è proibita, a meno che questa non sia stata scelta per motivi contrari alla dottrina cristiana».

Le ceneri dei fedeli devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a questo scopo».

«I fedeli defunti fanno parte della Chiesa, sono oggetto della preghiera dei vivi ed è bene che i loro corpi vengano ricevuti dalla Chiesa e custoditi con rispetto lungo i secoli nei luoghi che la Chiesa benedice, senza venir sottratti al ricordo e alla preghiera degli altri parenti e della comunità».

Di conseguenza , non è consentito di tenere in casa le ceneri del defunto né tanto meno la suddivisione dei resti tra diversi nuclei familiari C’è anche il rischio che si producano dimenticanze e mancanze di rispetto, soprattutto una volta passata la prima generazione. « Non disperdere le ceneri dei defunti in terra, acqua o aria. »

Questo comportamento procede spesso dall’idea che con la morte l’uomo intero venga annientato, arrivando alla fusione con la natura, come se tale fosse il destino finale dell’essere umano.

 

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