Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale per la pace 1/1/2017
Francesco riconosce con amarezza che, dopo il secolo scorso devastato da “due guerre mondiali micidiali”, oggi siamo alle prese “con una terribile guerra mondiale a pezzi che provoca enormi sofferenze”: dal “terrorismo” agli “attacchi armati imprevedibili”, dagli abusi sui migranti alla “devastazione dell’ambiente”. Tutto quello che si ottiene è una spirale di “conflitti letali” di cui beneficiano solo “pochi signori della guerra”. Di fronte a questo drammatico scenario, Papa Francesco avverte che “la violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato” e mette l’accento sulle “grandi quantità di risorse” destinate “a scopi militari” e sottratte alle esigenze della maggioranza degli abitanti del mondo.
Essere discepoli di Gesù significa aderire alla sua proposta di nonviolenza
Anche Gesù, rileva il Papa, “visse in tempi di violenza” e predicò “instancabilmente” l’amore incondizionato di Dio. Gesù, tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce, mediante la quale ha realizzato la pace e distrutto l’inimicizia”. Per “essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza: l’amore del nemico costituisce il nucleo della rivoluzione cristiana”.
Seguire l’esempio di Madre Teresa, Gandhi e Martin Luther King, della liberiana Leymah Gbowee, di Giovanni Paolo II
e l’impegno non violento di uomini e donne dei Paesi dell’Est dell’Europa che portarono al crollo dei regimi comunisti.
Nessuna religione è terrorista, la violenza profana il nome di Dio
“La Chiesa – si legge ancora nel Messaggio – è impegnata per l’attuazione di strategie nonviolente di promozione della pace in molti Paesi, sollecitando persino gli attori più violenti in sforzi per costruire una pace giusta e duratura”. Quindi, evidenzia che l’impegno per la nonviolenza “non è un patrimonio esclusivo della Chiesa Cattolica, ma è proprio di molte tradizioni religiose”. Il Papa torna a denunciare che “nessuna religione è terrorista” e che “la violenza è una profanazione del nome di Dio”. E non si stanca di ripetere che “mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa, non la guerra”.
No alla violenza domestica, l’amore si propaghi dalla famiglia alla società
Il Papa rivolge anche l’attenzione alla famiglia, primo luogo dove si può sperimentare “la gioia dell’amore”. E’ urgente, esorta Francesco che “dall’interno della famiglia la gioia dell’amore” si propaghi e al mondo e si irradi in tutta la società. Il Messaggio rivolge poi “un appello in favore del disarmo, nonché della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari” e con “uguale urgenza” supplica che “si arrestino la violenza domestica e gli abusi su donne e bambini”. E riecheggiando Santa Teresa di Gesù Bambino invita a promuovere la pace attraverso “gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”.