2017-08-04 Radio Vaticana
di Giada Aquilino“In nome di Gesù possiamo rivelare con la nostra testimonianza che la pace è possibile”: il Papa torna a riflettere sul tema della pace con il nuovo tweet pubblicato sull’account in nove lingue @Pontifex, che ha raggiunto 36 milioni di follower. Il 2017, con la consueta ricorrenza il 1° gennaio della Giornata mondiale della pace, si era aperto con le parole di Francesco, affidate qualche settimana prima al Messaggio per l’occasione, dedicate ad esortare il mondo – oggi “frantumato” da lacerazioni e conflitti – alla “nonviolenza come stile di una politica di pace”. In un’epoca in cui, sottolineava il Pontefice, la violenza si esercita “a pezzi”, con guerre, terrorismo, criminalità, abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta, devastazione dell’ambiente, l’impegno comune dev’essere quello “a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza”. Una esortazione alla quale, proprio all’inizio dell’anno, il Papa aveva voluto affiancare un gesto concreto, con la nascita del nuovo Dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale, per promuovere in modo sempre più efficace la giustizia, la pace, la salvaguardia del creato e la sollecitudine verso i migranti, con un’apposita sezione guidata personalmente dal Pontefice.
Il tema della pace è poi tornato nelle omelie delle Messe mattutine a Casa Santa Marta: in maggio, Francesco ha ricordato che la vera pace non è quella fabbricata dall’uomo ma è un dono dello Spirito Santo in mezzo alle tante tribolazioni della vita. “La pace di Dio – è stata la riflessione del Papa – è una pace reale, che va nella realtà della vita, che non nega la vita: la vita è così. C’è la sofferenza, ci sono gli ammalati, ci sono tante cose brutte, ci sono le guerre … ma quella pace da dentro, che è un regalo, non si perde, ma si va avanti portando la Croce e la sofferenza. Una pace senza Croce non è la pace di Gesù: è una pace che si può comprare. Possiamo fabbricarla noi. Ma non è duratura: finisce”.
Si sono susseguiti, nel corso di questo anno, gli appelli alla pace per le tante crisi di oggi, dall’Iraq alla Siria, dal Sud Sudan alla Repubblica Democratica del Congo, dall’Ucraina al Venezuela. Un invito alla collaborazione tra religioni è venuto all’udienza del 7 giugno scorso in occasione dell’iniziativa “Un minuto per la pace”, in ricordo dello storico incontro del 2014 nei Giardini Vaticani tra Papa Francesco, l’allora presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Mahmoud Abbas, alla presenza del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, per pregare per la fine delle tensioni in Medio Oriente. “Nel nostro tempo – ha ribadito Francesco – c’è tanto bisogno di pregare, cristiani, ebrei e musulmani, per la pace”.