Prima domenica di Avvento: la venuta del Signore Gesù

. Il triplice avvento di Gesù

Gesù è venuto a Betlemme al tempo del re Erode della Giudea e dell’imperatore Augusto di Roma. Verrà per iniziare la vita eterna e porre fine a questo mondo imperfetto e mortale. E’ ciò che annuncia l’odierna liturgia. Oltre queste due venute, san Bernardo, molto acutamente, parla anche di un terzo avvento, un avvento intermedio, che descrive la venuta di Gesù nel cuore degli eletti: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.” (Apoc. 3,20)

2. La venuta di Gesù è, quindi, anche un presente.

«Viene il nostro Dio, viene e si manifesta». Questa è l’affermazione del Salmo responsoriale. La nostra storia personale, quella di tutta la famiglia umana e quella del cosmo sono destinate a finire. Termineranno con la venuta-ritorno del Messia. Perciò, l’attesa della fine è orientata ad un evento di salvezza. Per questo siamo pieni di speranza. Infatti, il Signore “che viene” (Mt 23,39), ci fa capire che la storia ha un senso e una direzione, quindi uno scopo.

3. I cristiani, anche nel presente, hanno difficoltà da superare.

Hanno il rischio della seduzione, dell’inganno («Badate che nessuno vi inganni» Mt 24,4); il rischio delle persecuzioni che vengono dall’esterno («sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome» Mt 24,9); e anche i pericoli interni («Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda» Mt 24, 10) e «si raffredderà l’amore di molti» Mt 24,12). Se la storia personale ed universale è orientata alla salvezza, essa però mantiene sempre un carattere di lotta tra «il mistero dell’iniquità» ( 2Ts 2,7), e coloro che «accolgono l’amore della verità per essere salvati» (2 Ts 2,10b).

Il cristianesimo non è a buon mercato.

4. “Aspettare Gesù che viene” significa, supplicare il dono della vittoria del Suo amore nel nostro personale quotidiano. «Il segno del Figlio dell’uomo» che comparirà in cielo ( Mt 24,30) è Gesù Crocifisso. Vale a dire con Cristo, Amore senza alcun limite verso ciascuno e verso tutti. La croce di Cristo indica certo la morte, ma la morte sconfitta dall’amore. «La mia salvezza durerà per sempre, la mia giustizia non verrà distrutta» (Is 51,6). Il “per sempre” di Dio rende possibile anche oggi a ciascuno la buona vita cristiana. Dio è fedele per sempre, perciò non si rassegna al rifiuto dell’uomo. Come ci ripete Papa Francesco, Dio non smette mai di sollecitare la risposta buona da parte dell’uomo. Infatti, nel battesimo Egli ci «ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità» (  2Ts 2,13).

Conclusione

Il tempo di Avvento-Attesa di Gesù che oggi inizia, è il tempo in cui la Chiesa richiama la nostra libertà perché, vigilante, sia pronta ad accogliere il Signore che viene. Educhiamoci intensificando la nostra preghiera quotidiana con le preghiere del mattino e della sera; con la partecipazione alla Santa Messa anche in un giorno feriale; con il Santo rosario; con qualche gesto di gratuità verso quanti sono nel bisogno, così che la testimonianza forte negli ambienti dell’umana esistenza diventi il denso contenuto della nostra attesa.

don Luciano

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