Il coraggio di riconoscerci peccatori ci apre alla carfezza di Gesù, al Suo Perdono

1 Gesù vede oltre l’apparenza

La Samaritana era una donna sana, aveva salute, ma aveva una piaga dentro, era affettivamente disorientata. Gesù vede in lei il suo bisogno più profondo: essere guarita interiormente. Gesù vede oltre le apparenze. Era avvenuto anche a Cafarnao quando gli presentarono un uomo paralitico perché lo guarisse. E Gesù, sorprendendo tutti, prima di guarirlo gli disse: “Figliolo i tuoi peccati sono perdonati”

2 Gesù voleva rimanere solo con la donna, voleva parlare al cuore di lei: è la cosa più importante per Gesù.

Ecco allora «il momento di Gesù confessore». Resta «solo con la donna»

“I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.” Anche con la donna adultera Gesù vuol restare solo con lei e, invece di rispondere a chi ostinatamente lo interpellava, continuava a restare chinato e scrivere col dito sulla polvere della terra.

3 La salvezza soltanto entra nel cuore quando noi apriamo il cuore nella verità dei nostri peccati.

Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». La donna non si difende ignorando la domanda o affermando: «Non ti interessa, non sono fatti tuoi». No, lei riconosce la sua situazione di non aver marito, nonostante ne avesse avuto cinque. E per questo riconoscere i propri peccati, riconoscere la nostra miseria, riconoscere quello che noi siamo e quello che noi siamo stati capaci di fare, è proprio la porta che si apre al perdono di Gesù, alla sua alla carezza. «Dio perdona non con un decreto ma con una carezza».

4 «Essere trasformati: questa è la grazia della salute che porta Gesù»

Gesù «è capace di farci — noi peccatori — persone nuove» Proprio «questo intuì la Samaritana. Gesù poteva ri-creala». Si ricordò che Gesù le aveva detto: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Allora, “lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Quello che fa Gesù non è soltanto un cambiamento dal brutto al bello, dal cattivo al buono: Gesù fa una trasformazione». Papa Francesco, in una sua meditazione ci ha così esortato: « Coraggio, lasciatevi ri-creare”». Guardate la radice del vostro peccato e che il Signore vada laggiù e la ri-crei; e quella radice amara fiorirà, fiorirà con le opere di giustizia; e tu sarai un uomo nuovo, una donna nuova». Poi, ha messo in guardia dalla tentazione di non lasciarci ri-creare limitandoci a riconoscere che «sì, sì, io ho dei peccati», però «vado, mi confesso, due paroline e poi continuo così». Insomma «soltanto due pennellate di vernice e crediamo che con questo sia finita la storia». Invece, «Aprite il cuore e dite: “Signore, è l’unico che ho, ri-creami, ri-creami!”». Poi ha raccontato di un grande santo, studioso della Bibbia, aveva un carattere troppo forte con tanti moti di ira». Ma «lui chiedeva perdono al Signore, sempre, facendo tanta penitenza e offriva al Signore tante rinunce e fioretti». Quel santo, parlando col Signore diceva: “Sei contento, Signore?” — “No!” — “Ma ti ho dato tutto!” — “No, manca qualcosa”. Allora il povero uomo faceva un’altra penitenza, un’altra preghiera, un’altra veglia: “Ti ho dato questo, Signore, va bene?” — “No, manca qualcosa” — “Ma cosa manca, Signore?” — “Mancano i tuoi peccati, dammi i tuoi peccati!”».« Quello che, oggi, il Signore ci chiede: “Coraggio, dammi i tuoi peccati e io ti farò un uomo nuovo e una donna nuova”». Che «il Signore — ha auspicato — ci dia fede per credere a tutto ciò».

I sacerdoti della comunità pastorale s. Ambrogio di Parabiago

 

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