“Datevi da fare per il cibo che dura per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. ».

1  Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di        Dio” (Mt 4,4).

Gesù aveva moltiplicati  5 pani e  2 pesci “per sfamare 5.000 uomini che lo avevo seguito per ascoltarlo, nonostante fossero senza provviste. Aveva fatto questo miracolo come premurosa sollecitazione ad impegnarsi per essere pronti ad accogliere un “pane” diverso da quello per il corpo: il pane di vita eterna che era Lui stesso. Il pane dell’Eucaristia, come diciamo noi. Ma Gesù non viene capito. Ritorna alla mente il primo richiamo di Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4).

2 «Datevi da fare per il cibo che dura per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. ».

C’è, infatti, un ordine di vita più alto, una realtà dell’esistenza che va oltre le preoccupazioni del mangiare, del vestire, dell’essere tranquilli a qualsiasi costo. Per questo Gesù invita all’impegno per  “un cibo che non perisce”.  E afferma che è Lui stesso il cibo per la vita eterna. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci è la prova tangibile che “ su di Lui, il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».

3 Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio? Quale è l’opera di Dio? ».

<<Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

“Credere” ha il significato di “lasciarsi  coinvolgere” personalmente e affettivamente da Gesù e dal suo Vangelo.

4 «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto….».

Le domande rivolte a Gesù non sono solo per capire ma hanno il sapore della pretesa di chi ritiene di non aver alcun bisogno del “pane di vita” che Gesù offre, e pongono delle condizioni per seguirlo.

Hanno visto il miracolo del pane, ne desiderano altri, ma “secondo loro”

5 “Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio…”

Alla presunzione di poter essere autosufficienti anche nel deserto, Gesù afferma che la manna fu il segno della premura di Dio per Israele: “Sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”.

Mosè è grande non da sé, ma per la sua obbedienza a Dio.

6 “ E’ il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Gesù chiama Dio, il Padre “mio”. Evidenzia così un suo rapporto unico con il Padre. Infatti, non usa per sé la dizione “Padre nostro”. Dio, il Padre di Gesù dà “il pane dal cielo, quello vero” Provvede ora al suo popolo  ben di più della manna che era “segno di un altro pane, quello che Gesù definisce “pane vero”, “pane di Dio” che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Il pane di Dio non è “ qualcosa”,  ma “Qualcuno”. E’ Gesù, Colui che “discende dal cielo” e dà la vita al mondo .

7 “Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». “

A questa domanda Gesù risponde esplicitando ancor più che Colui che “discende dal cielo” è proprio Lui. «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Conclusione

Quello che Gesù voleva insegnare  lo ha capito e vissuto bene S Pietro, quando al Sinedrio risponde: ” Solo in Gesù c’è salvezza! In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,12).

I Sacerdoti della Comunità pastorale in Parabiago

 

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