CRISTO E’ UN RE CHE LIBERA, UN RE CHE SI FA SERVITORE

1           «Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?».

Due re, uno di fronte all’altro: Pilato e Gesù.Pilato, la massima autorità civile e militare in Israele, il cui potere supremo è di infliggere la morte; circondato dai suoi molti soldati, ma prigioniero delle sue paure; Gesù, un re disarmato che non ha paura e non fa paura.

2           Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Gesù risponde a Pilato: “Sì, io sono Re! Ma il mio regno non è di questo mondo”.I regni della terra, si combattono, il potere di quaggiù ha l’anima della guerra, si nutre di violenza. Gesù invece non ha mai assoldato mercenari, non ha mai arruolato eserciti, non è mai entrato nei palazzi dei potenti, se non da prigioniero.« Metti via la spada » ha detto a Pietro, altrimenti la ragione sarà sempre del più forte, del più violento, del più crudele, del più armato. Il regno di Gesù è differente non perché si disinteressa della storia, ma perché entra nella storia affinchè diventi tutt’altra da quello che è.

3 «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

A «Dare testimonianza alla verità»

Gesù è un re libero di dire la verità anche a costo della propria vita. Dirà a noi. “la verità vi farà liberi” (cfr Gv 8). Grande è il coraggio di Gesù, la sua statura interiore, mai servile o impaurito, neppure davanti a Pilato, è se stesso fino in fondo, libero perché vero.Dare testimonianza alla verità significa mettere in risalto Dio e la verità di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze. Infatti, Dio stesso dice di Sé: “Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la verità, una parola irrevocabile” (Isaia 45,23) “Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.” (1Gv 1,5) Dare testimonianza alla verità significa che solo Dio è il vero «re» che a tutte le cose dà la loro verità, la loro luce e la loro grandezza.In Gesù Cristo, Dio è entrato nel mondo, ed ha con ciò innalzato come vessillo il criterio della verità in mezzo alla storia liberandola dal disorientamento. Infatti, Gesù afferma più volte: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». (Gv 8,12)«Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre».( Gv  12,46)

B «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Senza la verità l’uomo non coglie il senso della sua vita, lascia, in fin dei conti, il campo ai più forti.E Pilato gli risponde con una domanda: «Che cos’è la verità?» La risposta di Pilato ha un senso di svalutazione un po’ deridente dell’importanza della verità, come se lui ne fosse superiore e potesse manipolarla. Invece, lui, il potente governatore romano, con tanti soldati a sua disposizione, proprio per disprezzo della verità finirà per essere sottomesso e ricattato dalla folla del momento: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare!». E Pilato, impaurito, condanna a morte un Innocente perché non ha creduto alla verità.

Conclusione

Nel regno di Gesù avviene che il re si fa servitore. Dice: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire”.  Gesù è un re che non spezza nessuno, spezza se stesso; non versa il sangue di nessuno, versa il suo sangue; non sacrifica nessuno, sacrifica se stesso per i suoi servi. Chi dei due, Pilato o Gesù, è re? Chi dei due è più libero, chi è più uomo?

I Sacerdoti della Comunità pastorale S Ambrogio in Parabiago

 

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