Dice Gesù: “il Padre mi ha mandato”

Gesù a Gerusalemme durante una festa solenne (festa delle Capanne) guarisce in giorno di sabato un uomo paralizzato da 38 anni! Guarigione compiuta da Gesù in giorno di sabato come anticipo e  testimonianza di quello che Dio, suo Padre vuol fare e che è descritto nella prima e seconda lettura della Messa di questa domenica. Per quello che Gesù ha fatto incontra forti e violenti ostilità da parte dei Capi del popolo di allora.Ci poniamo una domanda: perché Gesù non desiste dalla sua opera per evitare tante ostilità che, come sapeva, lo avrebbero portato alla morte di croce?. Da dove Gesù trae la giustificazione e la forza del suo operare?

Ciò che Gesù compie non è opera propria ma l’attuazione di un mandato del Padre.

Infatti, Gesù stesso così afferma: “In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo”.  E ancora: “Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.” Queste parole di Gesù manifestano la sua coscienza di avere da compiere un mandato del Padre.

Sa che tutto il suo agire è obbedienza alla volontà del Padre che lo ha mandato e che questa volontà va affermata contro ogni ripugnanza contraria: di qui la sua preghiera nel Getsemani: “Abbà, Padre! Tutto ti è possibile, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14,36).

Questo atteggiamento unifica tutta la sua esistenza ed è la radice profonda della sua forza, della sua pace, della sua perseveranza.

Questa coscienza della fedeltà alla missione che il Padre gli ha affidato Gesù la trasmette agli apostoli e a tutti i cristiani

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato  Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28, 19)

E importante è che sempre abbiano coscienza di essere inviati da Gesù cosi “come il Padre ha mandato lui (Gv 20,21).

Questa coscienza di missione degli inviati di Gesù e della sua Chiesa è oggi della massima importanza.

Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!” (1 Gv 2,17)

E’ il Signore risorto e vivente che oggi, ogni giorno, per la voce esterna della Chiesa e per la voce interiore dello Spirito Santo, manda me e te e tutti voi per una missione che ha un significato cruciale per la gente di oggi.

Se il Signore ci manda oggi per questo oggi del mondo non mancherà di farci vedere, passo dopo passo, quali cammini e quali scelte comporta questa coscienza apostolica.

Ciò che importa è che sia quello che Dio vuole per me.

Foss’anche una piccola realtà, se è secondo Dio, rimane in eterno.

Conclusione: Beati coloro che credono che Dio li ha creati per uno scopo buono per loro e per tutti. Beati coloro che cercano la volontà di Dio e si impegnano ad attuarla.

 

I Sacerdoti della Comunità pastorale in Parabiago

 

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