GESU’ HA UNA TESTIMONIANZA SUPERIORE A QUELLA DI GIOVANNI

Questo brano di vangelo è una parte della disputa dei Farisei contro Gesù che aveva guarito un paralitico in giorno di sabato e aveva chiamato Dio “suo Padre”, facendosi uguale a Lui. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo.Gli chiedono le testimonianze per credergli che è veramente l’inviato di Dio; anzi, Dio stesso. E Gesù risponde: “Le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato”. (Gv. 5,36)La parola “testimonianza”, nel Vangelo vuol dire “dare credito”: aver motivo per dar credito. Gesù afferma di aver motivo “di credito”, di fiducia, perché compie “le opere che il Padre gli ha dato da fare”. In queste opere del Padre ci sono i miracoli, ma ci sono opere ancor più grandi, che Gesù esprime con due immagini: il chicco di grano che germoglia e fruttifica e la ri-nascita da Dio mediante l’acqua e lo Spirito Santo.

Presentiamo le due immagini.

1 La prima immagine: il chicco di grano che germoglia e fruttifica. L’opera eccelsa con la quale il Padre testimonia per Gesù è la sua morte e risurrezione affinchè tutti abbiano la vita di figli di Dio.

Il vangelo di Giovanni narra che alcuni stranieri ( greci) volevano conoscere ( vedere) Gesù. Andrea e Filippo dicono a Gesù che alcuni greci vogliono “vederlo”. E Gesù risponde che «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (cfr Gv 12,21-24) Gesù si paragona al grano buono che perde se stesso nella terra (la sua morte in croce) e germoglia (la sua risurrezione) per produrre molto frutto. E afferma che questa sua opera è l’opera eccelsa con la quale il Padre testimonia per Lui. « Il Padre mi ama: perché io offro la mia vita…..Questo comando ho ricevuto dal Padre mio». (Gv. 10,17-18)

2 La seconda immagine: il “ri-nascere” da Dio mediante l’acqua e lo Spirito Santo.

Gesù dice a Nicodemo, uno dei capi dei Farisei: «Se uno vuole entrare nel regno di Dio, deve nascere di nuovo». Gesù l’ha detto in modo così deciso che quello gli risponde: « Come faccio a nascere di nuovo? Debbo forse rientrare nel ventre di mia madre per nascere di nuovo, adesso che sono vecchio?». E Gesù non dice di no, dice soltanto che la nascita umana non è l’unica espressione della vita. C’è n’è un’altra più bella e più profonda: «Quel che nasce dalla carne è carne, ma quel che nasce dallo Spirito è Spirito. Così è di chiunque nasce dallo Spirito». E l’evangelista Giovanni nella sua prima lettera ribadisce: Non solo siamo “chiamati figli di Dio, ma lo siamo realmente!” (1Gv 3,1)

Il “ri-nascere” da Dio è l’opera che il Padre ha dato al Figlio da realizzare

«Come Mosè nel deserto ha innalzato il serpente per la salvezza degli Ebrei, così Gesù sarà innalzato (crocefissione) perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Infatti, Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.» (cfr Gv 3,1-16) Gesù è il buon chicco di grano che muore per dare a tutti il pane di vita eterna, che è Lui stesso. Ancor più del serpente di Mosè si è addossato le nostre colpe affinchè non rimanessimo nella morte, né spirituale, né fisica, ma accogliessimo la sua vita di Figlio di Dio. Dio ci dice in Gesù: “Io sono il tuo Dio che ti ama e gioisce ti restare con te”. Che bello se potessimo rispondergli: “Tu sei il mio amato e sono contento di restare con te.”

Così si adempiono le profezie, il sogno di Dio. Così si attende e si preparare in Natele di Cristo che è il “Dio con noi”

 

I Sacerdoti della Comunità pastorale Sant’Ambrogio in Parabiago  

 

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