“Ora il re, entrato nella sala per dare un’occhiata e vedere chi fosse presente, vide un uomo che non era stato rivestito dell’abito nuziale”.
Il banchetto di nozze del figlio del re, celebra il matrimonio tra il Figlio (Gesù) e l’intera umanità chiamata gratuitamente a sedere alla mensa del Re (Dio), che ama tutti indistintamente e chiama ognuno per nome.
Tutti gli uomini sono invitati alle nozze del figlio del re, per il quale si richiede anche un conveniente abito nuziale. La benevolenza e l’amore del re (Dio) deve essere capito e accettato, e non rifiutato.Un punto importante per comprendere almeno in parte questa parabola dell’abito nuziale sta proprio in quella frase: “non era rivestito dell’abito nuziale”.Secondo il costume di quel tempo, l’ospite forniva a tutti i suoi invitati, un apposito abito per la cerimonia, che consisteva in un camice bianco, il quale oltre a preservare gli abiti dei festeggianti, li faceva apparire tutti uguali al cospetto del re e dava al banchetto un aspetto di maestosità.Quando il re, entrato alla festa per congratularsi con gli invitati, vide uno senza l’abito nuziale, gli chiese cortesemente: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?” “Quello ammutolì”. L’abito era infatti regalato a tutti gli invitati e se l’uomo non l’aveva messo si poteva dedurre soltanto che egli, trascurando l’ordine dato dal re, aveva preferito presentarsi al suo sovrano secondo il suo proprio gusto o capriccio.Purtroppo quest’uomo rappresenta quelle persone che vogliono entrare a far parte del Regno di Dio, ma scegliendo loro le regole.Oggi noi incontriamo molte di queste persone che vogliono salvarsi, che vogliono andare in cielo, ma tracciando loro stessi la strada.Queste persone non hanno Cristo al centro della propria vita, ma sé stesse.
“La veste nuziale” è specificata dall’apostolo Giovanni nell’Apocalisse (19,8) “sono le opere giuste dei santi”. Colui che ha compiuto la volontà del Padre celeste può sperare di essere accolto tra gli eletti, perché ha con sé ciò che lo rende pronto a partecipare all’eterno banchetto.L’impegno a portare i frutti delle opere buone dovrebbe essere per un cristiano tanto più forte quanto più grande è stato l’amore di Dio verso di lui.L’abbondanza del banchetto e la benevolenza del re ad invitare tutti alle nozze del suo figlio evidenziano la sua benevolenza e grandezza di amore.La salvezza eterna è legata alla nostra risposta all’amore immensamente generoso di Dio : amore che Lui ha dimostrato all’intera umanità donando suo Figlio nell’Incarnazione e nella morte di Croce.Alla venuta del Re vi sarà la definitiva separazione fra “buoni e cattivi”. L’intera esistenza è finalizzata a prepararsi all’incontro finale con il Creatore che, come il re della parabola, invita a un banchetto dove ci sono cibi in abbondanza, vino, gioia e allegria (il Paradiso), ma guai a coloro che non si impegnano a realizzare la giustizia di Dio e ad essere rivestiti dell’abito nuziale!
don Luciano