A cura di don Luciano
1 Ad una attenzione un po’ sbrigativa potrebbe apparire che nel brano di vangelo si descrivono le opere della solidarietà umana. Qualcuno che dice di non credere al vangelo, afferma nello stesso tempo che attua il vangelo perché compie queste opere di solidarietà.: “ abbiamo dato da mangiare, da bere , abbiamo ospitato, vestito…”
2 Ma nel brano di vangelo c’è un di più altissimo Gesù, il Re universale ed eterno, rispondendo alle domande di coloro che hanno compiuto le opere buone per il prossimo dice: “ ….ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.”
3 Innanzitutto Gesù indica il prossimo con il termine di “fratelli” “miei fratelli” Afferma così la dignità altissima di ogni uomo. Dietro ogni uomo, in particolare dietro ogni uomo piccolo, debole, provato, sta proprio Gesù. Lui che nella sua esistenza terrena si è fatto solidale con tutti, e specialmente con i sofferenti, fino a condividere l’esperienza del dolore e della morte, ora nella sua condizione di risorto non si è allontanato da loro, ma vive tale vicinanza e solidarietà in modo perfetto. Ecco perché è Lui che riceve direttamente il mio atto di accoglienza o di rifiuto nei confronti del fratello bisognoso. Veramente in ogni uomo noi abbiamo sempre a che fare con Gesù. L’attenzione a trattare ogni persona come tratterei Cristo stesso se lo vedessi, dovrebbe cambiare la mia vita e quella degli altri.
4 Ciò che dò al fratello lo dò realmente a Gesù.
“Con l’Incarnazione il Figlio di Dio si è unito realmente – e più di quello che possiamo immaginare, a ogni uomo” (GS 22).
- Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica “Redemptor hominis” precisava: “Se è vero che Gesù Cristo è la via principale della Chiesa,.. nello stesso tempo è l’uomo concreto la prima e fondamentale via della Chiesa…perché l’uomo – ogni uomo senza eccezione alcuna – è stato redento da Cristo, perché con l’uomo – ciascun uomo senza eccezione alcuna – Cristo è in qualche modo unito, anche quando quell’uomo non è di ciò consapevole”. Questo suo intimo legame con ogni persona umana le conferisce una dignità permanente. E qualunque gesto in favore dell’uomo acquista una preziosità e valore inestimabili.
5) Il brano di vangelo parla di un amore puro, gratuito. Gesù parla di misericordia non semplicemente al prossimo ma a quel prossimo che non può rendere nulla in contraccambio, perché in condizioni di estrema povertà. <<I più piccoli>>, “gli affamati, gli ammalati, i carcerati”
“ Una sera un signore venne da noi – ha detto Santa Madre Teresa di Calcutta – e disse: “C’è una famiglia di indù con otto figli che non mangiano da diversi giorni”. Presi del riso e andai subito. Vidi sui volti dei bambini una fame tremenda. E tuttavia quando la madre prese il riso lo divise in due parti ed usci.
Quando tornò le chiesi dove fosse andata. Rispose: “Anche loro hanno fame”. Aveva vicino una famiglia musulmana e lei sapeva che avevano fame. Non portai loro altro riso quella notte: volevo che provassero fino in fondo la gioia nel condividere. Avreste dovuto vedere i volti di quei ragazzi! Capirono ciò che aveva fatto la loro madre e i loro volti erano sorridenti. Quando entrai la prima volta in quella casa si leggeva la fame sui loro volti e la tristezza nei loro occhi. Ora sorridevano. Il gesto della madre aveva insegnato loro che cos’è il vero amore. (Dalla vita di S. Teresa di Calcutta)
Ecco un esempio di amore puro, gratuito.
6 Da dove viene questo altissimo amore, puro, gratuito? Un giorno, Santa Madre Teresa di Calcutta, interrogata dove trovassero le sue figlie la quotidiana ed eroica forza per chinarsi sui moribondi piagati, abbandonati nelle strade di Calcutta, Madre Teresa rispose: “Esse amano Gesù e trasformano in azione questo loro amore”. Sulle labbra di Madre Teresa di Calcutta la parola “carità” dice un amore “ricevuto”, radicalmente nuovo, inimmaginabile: è l’amore stesso di Dio che ci raggiunge gratuitamente in Gesù Cristo, generando in noi l’energia spirituale di rispondere con il medesimo cuore di Cristo. Madre Teresa non voleva che le sue Suore si dedicassero con tutto loro stesse ai bisognosi senza che prima «abbiano incontrato Gesù a tu per tu, da sola a sola […i] con Gesù, non un’idea, ma una persona viva e vera» .